Se cercate un sistema in grado di supportare ogni vostra follia, con una solida base di regole e, volendo, anche varie ambientazioni già pronte create dalla mente dei più importanti autori che costituiscono la Monte Cook Games, scegliete il Cypher System. Di questo sistema fanno parte Numenera, una pietra miliare ormai a 5 edizioni, completamente esaurite e la cui Nuova Edizione è in lavorazione adesso per l’edizione italiana, insieme al gioiello The Strange, al bellissimo Gods of the Fall e a questa meraviglia della quale parliamo oggi. (Se scorrete i tag del sito, trovate tutte le informazioni sui titoli citati che potete acquistare facilmente sul nostro shop).
Cominciamo a giocare insieme grazie al supporto della nostra GM d’eccezione: Alice. Immaginatevi nel Cretaceo…
MA COME CI SIAMO ARRIVATI?
La storia di Predation in realtà si svolge nel futuro. Qualche centinaio di anni nel futuro da ora, mentre state leggendo questo, per la precisione. In quel momento un conglomerato interglobale noto come Spazio e Tempo Interglobal (SETI) ha iniziato a inviare i primi operativi (bioingegneri, paleontologi e altri specialisti) avanti e indietro al tardo periodo Cretaceo in missioni top secret.
Per coloro che hanno scelto di viaggiare indietro nel tempo, questa è stata l’opportunità di carriera di una vita. Un’opportunità senza precedenti… camminare tra i dinosauri e tornare con storie di scoperte e rivelazioni scientifiche. Ma non era così perfetto come sembrava. Nel giro di un decennio qualcosa è andato incredibilmente, esageratamente storto. Nessuno sa come o perché, ma il processo del viaggio nel tempo ha subito un’avaria terminale, lasciando quei pionieri, noti come viaggiatori, bloccati con i dinosauri. E, peggio ancora, con un orribile certezza: che nel futuro non troppo lontano di questo pianeta, un evento catastrofico avrebbe spazzato via quasi ogni forma di vita. Compresi gli umani che avevano viaggiato nel tempo per giungere fin lì.
Ecco, non è quello che vi aspettavate. E nemmeno il povero professor Rajan Hadras, un giovane ed entusiasta paleoesploratore spedito prima dell’apertura della ‘rotta’ indietro nel tempo per uno studio sul campo nell’anno TIG 28. Ed è stata la dottoressa Allie Lee oggi, oltre due secoli dopo, a ritrovare la voce di questo giovane studioso impressa nel tempo….
Dott. Lee,
Diario personale
Mi avevano finalmente preso come stagista al SETI, ma ovviamente ero stata messa semplicemente a sistemare vecchie scartoffie inutili, schedari vecchi di decenni e, come ogni cliché che si rispetti, portavo la colazione al mio responsabile. Era un altro normalissimo giorno alla sezione B7 degli archivi del SETI a Kelaino, quando mi spedirono a cercare un documento non meglio identificato nella parte più vecchia dei laboratori. Decisamente una giornata emozionante… Per lo meno andavo in un posto nuovo. Mi era stato detto di cercare un vecchio registro impiegati di un secolo fa (probabilmente non sapevano più che farmi fare, ormai. Non mi dispiaceva). Così, mi ero incamminata, ero uscita dagli archivi respirando finalmente un’aria meno polverosa, ed ero salita al pian terreno, dove si trovavano i nuovi uffici. L’ala vecchia era parecchio lontana e quasi totalmente chiusa ai dipendenti, avevo addirittura ricevuto un pass speciale per recarmi lì.
Dopo quasi mezz’ora di cammino e svolte che quasi mi fecero perdere, attraversai una porta blindata mostrando soddisfatta il mio pass alla guardia ed entrai in un corridoio buio e polveroso. Ma era praticamente quasi come ritrovarsi negli archivi! Sospirai e inizia a cercare la stanza che mi avevano indicato. Dovetti accendere la torcia, perché per qualche assurdo motivo la corrente non arrivava più in quell’ala. I numeri e i nomi delle stanze quasi non si leggevano, cancellati dal tempo, per cui mi toccò entrare in ognuna di esse per cercare di capire quale fosse quella dell’archivio dipendenti.
Penserete che una vecchia ala sia relativamente poco ampia, ma figuratevi… quella sezione era enorme! Erano ore che vagavo entrando in tutte le stanze per cercare quel dannato documento, tanto che iniziavo a pensare che nemmeno esistesse e avessero solo trovato una scusa per togliermi dai piedi per tutto il giorno.
Alla fine, sul punto di cominciare con una nuova stanza, decisi di fare una pausa. Mi sedetti su una vecchia poltrona girevole scricchiolante e iniziai a guardarmi intorno pigramente.
Era un ufficio piccolino, per una persona: una scrivania, un antico computer, pareti coperte di libri e documenti fino al soffitto, e qui e là ossa di dinosauro, piante ormai secche, e insettoni racchiusi nella resina. Spulciai la scrivania senza particolare interesse, aprii un paio di cassetti, spostai qualche foglio ormai illeggibile e trovai un piccolo aggeggio che non avevo mai visto.
Era un blocchetto di metallo mezzo bucherellato, aveva un pulsantino sul lato e altri tre sul fronte, sotto un piccolo schermo. Pigiai un po’ di tasti a caso finché non gracchiò e una voce uscì dall’apparecchio. Era un antico voice-recorder! Ormai così non se ne trovano più. Incuriosita, mi misi ad ascoltare…
[crepitii, fruscii, schiocchi]
Diario del PaleoEsploratore Rajan Hadras
/// Inizio Registrazione ///
“Prova, prova… Qui il Dottor Rajan Hadras, Paleontologo Specializzato nel periodo Cretaceo, accompagnato dal Soldato Semplice Jean Fu. Un saluto Jean? Ok, siamo di poche parole eh…
Questo è il primo giorno di esplorazione, sono da 3 giorni nell’Era Mesozoica… scusa Jean, SIAMO da 3 giorni nell’Era Mesozoica, periodo Cretaceo, all’incirca tra i 66 e i 145 milioni di anni dal nostro tempo (non suona molto preciso lo so… ma non capisco molto dei calcoli quantistici effettuati dalla macchina del tempo).
Sì Jean, il periodo in cui ci troviamo è quello in cui la Pangea, il blocco unico dei continenti, si è già separata nei due grandi blocchi della Laurasia e del Gondwana. No, non so di preciso dove siamo ora, potenzialmente il viaggio nel tempo potrebbe averci trasportato nel punto esatto da cui siamo partiti, ma è molto improbabile. In realtà, non so bene nemmeno come abbiamo fatto a non essere tempo-trasportati in mezzo all’oceano… credo sia meglio non pensare alle prove che quelli del SETI avranno fatto prima di mandare noi qui… Sì, scusa, sto divagando. Cammino, cammino…
[rumori attutiti e fruscio di vegetazione]Dunque, direi di iniziare con le analisi di base: il clima è tropicale, la temperatura durante il giorno è rimasta sui 30-35°C, ed è decisamente molto umido. I livelli di CO2 sono leggermente alti ma nella norma; considerando l’inquinamento che abbiamo nel nostro tempo, l’aria qui è decisamente più respirabile. Credo fossero un bel po’ di anni che non prendevo una bella boccata d’aria pura come questa!”
[inspira profondamente]Coff, Coff… ok, credo di aver ingoiato un insettino…coff… ti prego, non ridere Jean… ahem… Ma torniamo a noi…
Fortunatamente è stato un insetto forse appena nato o una specie molto piccola, in questa era i dinosauri non sono gli unici ad avere dimensioni spropositate, anche gli insetti hanno raggiunto proprio in questo periodo la loro massima grandezza! Le motivazioni? In realtà ancora non le conosciamo, probabilmente sono diventati più piccoli dopo la venuta degli uccelli, i loro principali predatori. E sai da chi discendono gli uccelli, Jean? Di questo magari ti parlerò un’altra volta.
Tornando agli insetti… Non so se hai notato ma anche le piante e i fiori intorno a noi sono giganteschi. Esatto, questo è il periodo in cui anche i fiori hanno raggiunto la loro massima grandezza! E, ovviamente, un grosso fiore avrà bisogno di essere impollinato da un grande insetto. Quindi anche questa potrebbe essere una ragione per la grandezza degli insetti, ma non si può sapere cosa abbia influenzato chi. L’evoluzione è una materia complessa e davvero affascinante.
Ora però fa davvero caldo. Abbiamo fatto un bel giro oggi. Torniamo. L’area attorno al campo sembra tranquilla, ma quando ci avventureremo un po’ più all’esterno potrebbe essere più pericoloso. Non vedo l’ora!
/// Fine Registrazione ///
Una storia lunghissima
La formazione della Terra è un evento che gli scienziati fanno risalire a circa quattro miliardi e mezzo di anni fa. Nel corso della sua vita la Terra ha subito imponenti trasformazioni. I geologi hanno suddiviso l’età del nostro pianeta in intervalli di tempo che comunemente chiamiamo ere geologiche, per semplificare, ma in realtà le fasi di vita del nostro pianeta, considerate sulla base dei suoi cambiamenti significativi, presentano una suddivisione molto più complessa e le ere geologiche rappresentano solo una parte di questa suddivisione.
In passato erano state individuate quattro ere molto estese, senza ulteriori suddivisioni. Vennero definite Primaria, Secondaria, Terziaria e Quaternaria. Poi, col progredire degli studi anche a livello interdisciplinare, le ere sono state suddivise in segmenti più specifici, i periodi, spesso eliminando anche l’era Quaternaria considerandola non un’era a sé stante ma un progressivo mutarsi delle caratteristiche specifiche locali (e dunque il Quaternario non è più un’era ma un periodo) includendo peraltro anche raggruppamenti più estesi e generali.
La scienza oggi distingue quattro eoni, quattro grandi intervalli di tempo durante i quali sono avvenuti cambiamenti radicali della vita sulla Terra. Gli eoni, a loro volta, sono suddivisi in ere. I primi tre eoni (contati dal più antico) racchiudono una fase della storia della Terra conosciuta come Precambriano. Il Precambriano ha avuto una durata di circa quattro miliardi di anni. Abbiamo così: eoni>ere>periodi> epoche
Nel Precambriano, la fase antichissima, sono racchiuse le prime ere geologiche nelle quali sono avvenuti i cambiamenti più importanti dal punto di vista della creazione e della diffusione della vita sulla terra. Sappiamo poco di questo eone, però, perché per comprenderlo dobbiamo studiare il contenuto delle rocce che i geologi definiscono in questo periodo come metamorfiche, ovvero soggette a tali cambiamenti e alterazioni che il contenuto dei fossili è scarsissimo e di difficile collocazione, limitato per lo più a forme di vita microscopiche. L’enorme estensione di questo periodo è di oltre 4.000.000.000 di anni.
A partire da 501.000.000.000 di anni fa, i geologi individuano l’eone Fanerozoico. Di questo periodo fanno parte tutte quelle ere che hanno visto un’esplosione di vita organica, nelle quali si sono evolute specie animali e vegetali e che hanno salutato per prime le trilobiti. Le ere nelle quali è suddiviso il Fanerozoico sono: paleozoico, mesozoico e cenozoico.
- Nel paleozoico si individuano 6 periodi: cambriano, ordovinciano, siluriano, devoniano, carbonifero, permiano.
- Nel mesozoico abbiamo triassico, giurassico, cretaceo.
- Nel cenozoico abbiamo paleogene, neogene, quaternario.
IL CRETACEO
Cretaceo viene da craie, un tipo di calcare che affiora in alcune regioni Europee come il Belgio, la Francia, la Germania e l’Inghilterra. In francese, craie è appunto il gesso (in Predation, quando troverete la Via di Gesso, considerate che il nome deriva proprio da questa definizione). Il nome si riferisce agli strati di chalk (craie, gesso), il calcare bianco della depressione di Parigi, un deposito esteso e molto ricco di fossili che caratterizza il Cretaceo superiore.
Questo periodo inizia dalla comparsa dell’ammonite Berriasella jacobi e termina in corrispondenza dell’anomalia dell’iridio associata all’estinzione di massa di numerosi organismi marini (foraminiferi e nanofossili calcarei) e terrestri (dinosauri non aviani).
Vedremo che cos’è questa anomalia dell’iridio nelle prossime puntate ma, se avete dato un’occhiata a quanto scritto fin qui su Predation, probabilmente vi sarete già fatti un’idea. E potrete calarvi ancora di più nel mondo di Predation con tutto il materiale realizzato da Alice, che vi permette sia di cogliere lo spirito degli attuali abitanti di Grevack che di vedere il Cretaceo di circa tre secoli prima, con gli occhi dei primi esploratori.
Dott. Lee,
Diario personale
Non potevo crederci! Erano vecchie registrazioni di uno dei primi esploratori di Grevakc! Non avevo mai sentito parlare di lui, ma, d’altronde, il SETI non divulga molte informazioni sui primi viaggi, né tanto meno sui primi esploratori. Quella scoperta era valsa tutto il tempo perso quella mattina a vagabondare per quelle stanze buie e polverose. Guardai l’orologio. Era quasi ora di pranzo, quindi poggiai la torcia sulla scrivania, tirai fuori dalla borsa il mio panino, mi misi comoda sulla poltrona e, dimenticandomi del motivo per cui ero lì, feci ripartire il registratore mentre mangiavo il mio panino farcito di dako alla piastra.
/// Inizio Registrazione ///
“Qui parla Rajan Hadras Dottore in Paleontologia, accompagnato come sempre dal fedele Jean. Oggi è il nostro settimo giorno di esplorazione della “zona bersaglio”, il punto di arrivo, e penso ci addentreremo un po’ più a fondo. Che ne pensi Jean? Non penso di aver nulla da temere al tuo fianco.
Certo che ha fatto davvero un bel temporale in questi giorni. Saranno almeno 3 giorni che piove. Ora è un po’ schiarito… Un tipico temporale tropicale direi, la temperatura si è abbassata ma l’umidità mi è penetrata tutta nelle ossa. Però è davvero rilassante quando sei al chiuso, con la pioggia che scroscia senza fine sulle pareti e le finestre, che batte pesantemente sulle foglie degli alberi intorno a noi, poi piano piano scema fino a diventare un flebile ticchettio. E quando esce il sole, le gocce di pioggia che scivolano giù dalle foglie riverberano di mille colori, e nel cielo di nuovo azzurro si fa strada l’arcobaleno. Molto poetico, vero? Vabbè, comunque ce lo lascio…
Comunque, è ora di andare e sarà meglio mettersi una di quelle mimetiche cerate in fibre di seta di ragno ingegnerizzate o finiremo zuppi fino all’osso prima che tu abbia il tempo di dire Ornithomimus!
Cosa? Oh, giusto! Allora: l’Ornithomimus è un dinosauro che dovremmo trovare in questo periodo, il suo nome significa “imitatore dell’uccello”, e difatti fa parte proprio dell’ordine dei Saurischi, ovvero quell’ordine di dinosauri dai quali si sono evoluti gli uccelli! Eh, si! I diretti discendenti dei dinosauri sono loro, per rispondere alla domanda dell’altra volta. Dunque, potrà sembrare strano, ma ad essere precisi il superordine dei Dinosauria racchiude molti meno animali preistorici di quello che ci si immagina.
Sì, forse è meglio: ora ti faccio un disegno. Dov’è la mia matita?”
[ rumori di scrittura ]Ecco, voilà! Vedi in realtà i veri dinosauri sono quelli qui in fondo al diagramma, ovvero gli Ornitischi e i Saurischi. Quello che li differenzia è il tipo di bacino e la disposizione dell’osso pubico, ma non ci infiliamo in cose troppo complesse. Gli Ornitischi, come lo Stegosauro, hanno un bacino simile agli uccelli (Orni-), mentre i Saurischi come il Tirannosauro e il Brontosauro lo hanno simile ai rettili (Sauri-) del nostro tempo, da qui i loro nomi.
Si, è strano: gli uccelli non si sono evoluti dagli Ornitischi, nonostante le varie similitudini. Anche Coccodrilli e Pterodattili sono parenti dei dinosauri, ma si sono evoluti da un antenato molto più lontano, quassù. Avresti pensato che gli uccelli si fossero evoluti dagli Pterosauri, che già erano in grado di volare eh, invece no. Ahahah! L’evoluzione è proprio affascinante.
Ehi! Aspetta. Fa silenzio, guarda da quella parte. Lo vedi?
Oh cielo, che spettacolo! Deve essere un esemplare di Velociraptor. Guarda l’artiglio, e la coda così lunga, è quella che gli dà la stabilità e l’equilibrio per correre cosi velocemente, lo sapevi? È molto rigida e poco flessibile, vedi come la muove pochissimo e solo lungo l’asse verticale? Un colpo ben assestato potrebbe benissimo romperti un osso, il che la rende anche un’ottima arma per la caccia; aggiungici poi l’artiglio ritratto del secondo dito, simile a quello dei rapaci, e la dentatura seghettata, ed ecco che ottieni dei cacciatori micidiali, probabilmente in grado di assaltare prede più grandi di loro, anche se da quello che sappiamo si nutrivano anche di carcasse, un po’ come le iene, gli sciacalli o gli avvoltoi (chissà, magari sono parenti).
Con tutte quelle gocce d’acqua i colori delle piume sembrano ancora più accessi, riverberano come perle di cristallo sotto il sole. Ma la cosa più straordinaria però sono le piume, guarda che belle! Oh, si sta sgrullando dall’acqua. Tutto arruffato sembra proprio un canarino appena dopo aver fatto il bagno in una fontana, non è vero?
Ok, forse il canarino non è l’esempio migliore da paragonare ad una belva carnivora di due metri di lunghezza, ma ci siamo capiti no? Ma ora che lo hai visto direi che la somiglianza con i suoi nipoti del nostro tempo ti è più chiara, non credi Jean?
Credo proprio che non siano gli unici a possedere questo fantastico piumaggio, pensa ai riti di accoppiamento: magari sono simili a quelli dei pavoni, sai, con la messa in mostra del piumaggio più bello e cose così. Gli arti superiori sono troppo corti per permettergli di volare ovviamente, ma un uso appropriato potrebbe favorire la spinta durante la corsa.
Dobbiamo stare molto attenti però, i Velociraptor sono animali che cacciano in branco, se ce ne è uno significa che intorno a noi potrebbero essercene altri. Sarebbe fantastico assistere ad una loro battuta di caccia, ma preferirei non essere io la loro preda!”
/// Fine Registrazione ///
“Olè! Rieccomi qui. Dottor Rajan Hadras, registrazione per il diario di bordo …
[ride].Oggi è un giorno speciale, ci accamperemo per una notte in mezzo alla foresta. Abbiamo preso le dovute precauzioni qui con il fedele Jean: esplorato più volte la zona, trovato un buon albero dove assicurare la nostra struttura, eccetera. Dovrebbe essere una zona sufficientemente tranquilla ma abbastanza popolata. Avremo l’occasione di osservare indisturbati la vita notturna del Cretaceo!
Probabilmente potremmo osservare i piccoli proto-mammiferi – detti anche Mammiferi Ancestrali – che già abitavano questi luoghi, parenti dei ratti e degli opossum moderni. Vivere di giorno assieme ai giganteschi dinosauri era molto pericoloso, per questo gli antichi mammiferi erano prevalentemente animali notturni o crepuscolari; in questo modo, grazie anche alle piccole dimensioni, erano in grado di cacciare e nutrirsi indisturbati mentre il resto della fauna si riposava.
Sai Jean… sì hai ragione… Sapete… è molto probabile che proprio grazie alle loro dimensioni minute e al fatto che, di conseguenza, non necessitassero di grandi quantità di cibo (a differenze dei dinosauri), che ha permesso a questi animali di sopravvivere in seguito alla catastrofe climatica causata dall’impatto con i meteoriti…
Sì Jean, la teoria è abbastanza confermata: l’estinzione di massa dei dinosauri è proprio che uno o più giganteschi meteoriti abbiano colpito la Terra circa, beh, circa adesso. Ok, non proprio in questo momento, ma non essendo il viaggio nel tempo molto preciso, non sappiamo in che momento del Cretaceo ci troviamo, potenzialmente il meteorite potrebbe impattare oggi, domani o anche fra 100 anni…
Inutile starci a pensare, Jean, tanto ci richiamerebbero indietro se scattasse un allarme impatto. Siamo dei pionieri! Eh? Come sappiamo che fu un meteorite?
Beh, innanzitutto c’è un gigantesco cratere nello Yucatan di quasi 300 km , e poi perché nello strato geologico che corrisponde a questo periodo è stata ritrovata una grande quantità di Iridio, un elemento poco presente sulla superficie terrestre ma molto comune nei meteoriti.
Quando questo asteroide decise di entrare nella nostra atmosfera e poi schiantarsi sulla Terra, ci furono una serie di conseguenze catastrofiche: da giganteschi tsunami, gravissimi terremoti a eruzioni vulcaniche, per non parlare delle polveri che oscurarono il Sole per anni causando un grande abbassamento delle temperature.
Prova ad immaginare Jean. Senza la luce solare molte piante non crescevano più, i grandi erbivori che si ritrovarono senza la loro principale fonte di sostentamento iniziarono a morire e con loro i carnivori che si nutrivano a loro volta di essi. In pratica, la vita facile l’avevano i piccoli animali, sia mammiferi che dinosauri; e furono proprio questi piccoli dinosauri che, riuscendo a sopravvivere facilmente con poco cibo e l’assenza di grandi predatori, si evolvettero negli uccelli di oggi.
Incredibile, vero? Ma anche molta della fauna marina fu spazzata via, tra cui i giganteschi predatori marini e le ammoniti, quei molluschi di cui oggi ci restano solo i fossili del loro guscio a spirale.
Fu una vera tragedia, hanno stimato che quasi il 75% della vita sulla Terra fu spazzata via… è probabile però che non ci saremmo mai stati noi qui se i dinosauri fossero sopravvissuti… noi e quasi tutti gli altri animali del pianeta. Chissà, forse senza di noi sarebbe andata meglio per il pianeta…
Bene, ora è tempo di scalare questo… albero (non so cosa sia di preciso, non sono un botanico) e installare la nostra tenda da osservazione.”
[strani scrosci e rumori metallici]“Ouch! Ok… forse è meglio che te ne occupi tu Jean. Io mi metterò qui buono buono a osservare la natura intorno a noi. Certo: resto fuori dai piedi…
È molto rilassante starsene qui ad ascoltare il suono della foresta, degli animali, il grido di uno pterosauro in lontananza, il ritmico brucare di qualche erbivoro qui vicino… e poi i colori, il sole al tramonto che illumina il cielo di rosso e rosa, le foglie verdi e i fiori che… ehi… ma quella cos’è?
Sembra come quando guardi l’asfalto bollente da lontano, e ondula tutto. È una specie di… bolla? Aspetta qui, Jean.
NOTA PER IL DIARIO PERSONALE: Il fenomeno all’apparenza sembra come una palla di vetro un po’ difettosa, c’è qualcosa di strano… a guardare oltre da qui sembra ci sia una discontinuità tra dove siamo ora e quello che si vede attraverso. Oh cielo! Sembra una specie di anomalia dello spazio! Ma c’è qualcosa di diverso, non corrisponde… sta piovendo all’interno? Ha distorto il tempo?! Sarà forse dovuto ai nostri viaggi? Sarebbe il caso di comunicarlo… è una scoperta che potrebbe… MA COSA!!…”
/// FINE REGISTRAZIONE ///
L’anomalia dell’Iridio ovvero: l’asteroide che ci ucciderà tutti
Come abbiamo accennato nella Chronicle precedente, i ricercatori sono giunti solo in tempi recenti a stabilire che la causa dell’estinzione dei dinosauri è da attribuirsi ad una serie di asteroidi che si sono schiantati sul nostro pianeta 65 milioni di anni fa, nel Cretaceo. Gli abitanti di Grevack lo sanno bene, ed è probabile che abbiamo una chiara visione delle conseguenze dell’arrivo di queste rocce dalle stelle.
Negli anni ’80, fu per la prima volta riscontrata da Luis e Walter Álvarez un’anomalia degli strati sedimentari a Gubbio, negli appennini italiani, dove uno strato di 1 cm totalmente privo di fossili marini (denominato successivamente limite K-T) separava due strati più spessi: quello inferiore molto abbondante di fossili e quello superiore con una concentrazione minore. Inizialmente, ci si domandò che durata indicasse quello strato. Erano decine di anni o migliaia? Poi ci si decise a misurare a livello atomico la concentrazione dei minerali presenti e si scoprì che la concentrazione dell’iridio, che è totalmente assente nelle strutture geologiche superficiali della Terra se non per quelle poche particelle presenti nei micrometeoriti che cadono regolarmente, era qui in una concentrazione assolutamente anomala.
Era un evento localizzato a Gubbio? No. Le misurazioni si estesero su scala mondiale. Nei primi anni novanta, Alan R. Hildebrand, dottorando dell’University of Arizona, visitò Beloc, un piccolo villaggio di montagna nell’isola di Haiti e scoprì un tipo di ghiaia verdastro-marrone contenente un eccesso di iridio, che mostrava anche piccoli granuli di quarzo sottoposti a stress termico-pressorio e piccole sferule di silicio vetrificato che sembravano essere tectiti e confermavano le ipotesi di Gubbio. Gli studi continuarono a livello mondiale e si vide che in alcune aree i livelli di iridio si rivelarono molto più alti. Si capì che il fenomeno era di scala globale e che ci fu un evento 65 milioni di anni fa che aveva incrementato considerevolmente la presenza di iridio nell’atmosfera terrestre. Grazie ad un lavoro continuato interdisciplinare di paleontologi, archeologi, fisici, chimici, geologi, si scoprì quindi qualcosa era accaduto: i minerali di quarzo evidenziavano uno shock termico in quella datazione e soprattutto venne identificato il cratere di Chicxulub come risultato dell’impatto di un asteroide. Questo ‘cratere sepolto’ era stato rilevato fin dal 1978 ma non era un’informazione a disposizione dei paleontologi. Infatti, fu Carlos Byars, un reporter del Houston Chronicle, che contattò Hildebrand e gli disse che un geofisico (Glen Penfield) aveva scoperto quello che poteva essere il cratere da impatto nel 1978, sepolto nella parte nord della penisola dello Yucatán. Glen aveva lavorato per la Petroleos Mexicanos (PEMEX, la compagnia petrolifera di Stato messicana), come un membro dello staff per la scansione magnetica aerea dell’area e dunque non aveva mai sottoposto questo materiale alla pubblicazione. Grazie ai campioni estratti dalla trivellazione, i dati confermarono l’enorme impatto.
Non era una evento inusuale, anche oggi la Terra è continuamente bersagliata da materiale cosmico e gli asteroidi non sono esclusi. Nel Cretaceo erano ugualmente un evento noto, ma questa roccia era così enorme, visto il cratere dello Yucatán, che poteva aver determinato varie conseguenze catastrofiche sul pianeta. Il diametro del meteorite desunto dal cratere, secondo una stima derivata dalle ricerche terminate nel 2010, era di 12 km (paragonabile per dimensioni a Deimos satellite di Marte), equivalente alla detonazione di una potenza esplosiva pari a circa 190 000 gigatoni (in confronto, l’ordigno esplosivo più potente che sia stato detonato nella storia, la Bomba Zar, aveva una potenza esplosiva pari circa ad un ventesimo di gigatone).
L’impatto provocò uno tsunami gigante che si sparse a cerchi concentrici in tutte le direzioni, colpendo specialmente l’isola caraibica di Cuba. L’emissione di polvere e particelle provocò cambiamenti climatici simili all’inverno nucleare, che probabilmente vide la superficie della Terra totalmente coperta da una nube di polvere per molti anni e uccise moltissimi animali, cancellando intere specie.
Ma un solo asteroide, per quanto responsabile di un cratere di 300 km, era stato sufficiente a portare all’estinzione? In verità forse sì, ma l’asteroide non fu uno solo: fu una pioggia di meteoriti giganti. Lo sappiamo dal 2017, quindi assolutamente in tempi recentissimi. Nel 1991 l’analisi del campo gravitazionale della Terra mostra un’altra anomalia a forma circolare nell’area al largo della costa orientale del Sud America, nei pressi delle Isole Falkland. Si capisce ben presto che c’è qualcosa che ha deformato i sedimenti sul fondo del mare. Michael Rampino, un geologo della New York University che lavora al Goddard Space Institute della NASA, si rende conto che là sotto c’è un cratere da impatto che deve essere più grande di quello dello Yucatan. Solo nel 2015 riesce ad avere i dati del campo magnetico dell’area e vede che le anomalie sono a forma di “rosa” proprio come quelle del cratere dello Yukatan. È la conferma che di tratta di un altro enorme cratere.
Alice Mecchia
Dott.ssa in Biologia Cellulare e Molecolare e Scienze Biomediche
E. Ingenito
Wyrd edizioni Jr Editor